Archive for January 2006
Thelmo & Louisa
Posted January 27, 2006
on:Brokeback mountain
Posted January 25, 2006
on:Sembrava incandescente la materia di cui erano impastate le appena 50 pagine di Brokeback mountain (in Italia pubblicato da Baldini e Castoldi col titolo Gente del Wyoming), il racconto del Premio Pulitzer Annie Proulx uscito nel ’97 sul New Yorker. Gus Van Sant e Steven Soderbergh avevano accarezzato l’idea, per poi subito accantonarla, di portare sullo schermo questa storia d’amore che si snoda dal ’63 per i vent’anni successivi. E invece è stato Ang Lee, un autore per natura molto eclettico, a raccontare per immagini dei due cowboy ventenni, che stanno fuggendo dalle povere fattorie dei genitori per un lavoro stagionale e che si ritrovano solitari in mezzo alle montagne incantate del Wyoming. Al momento di salutarsi non hanno parole nè orizzonti mentali per spiegare cosa è accaduto in quei giorni di isolamento dal mondo e di "straordinaria" condivisione. Si torna alla vita ordinaria fatta di lavori saltuari, esigenze materiali, sogni più alla portata.
I due si rivedranno dopo quattro anni, accasati con figli ma non proprio
felici. E tutto riprende da dove era rimasto in sospeso, dalle sanguigne
scazzotate, le corse a cavallo tra i sentieri di Brokeback mountain, le notti
passate davanti al fuoco a bere wiskey e regalarsi intimità. Il tutto ritagliato
dal corso "ufficiale" delle proprie vite, subendo prima l’elettricità, poi il peso sfibrante della clandestinità. Ang Lee sa fare il verso alla narrazione molto essenziale della Proulx, abbozzata per rapide immagini, fatta di dialoghi scarni, parole rubate tra la gente di montagna dove l’autrice è andata a
vivere nonostante la grande notorietà raggiunta fin dagli anni ottanta. Un incedere secco dal quale emergono come improvvisi abbagli le poche concessioni ai sentimenti più esposti dei due ragazzi che si avviano ormai alla maturità. Molto viene vissuto "fuori campo", al più durante le attese di mesi tra un incontro e l’altro.
Una storia di struggente limpidezza eppure così comune (perchè parla di un
amore controverso, di bugie ma anche di povertà e della prigionia di una
vita ordinaria) e per di più intrisa di "americanità" è stata una sfida doppia
per un autore che a Hollywood è stato "naturalizzato". Taiwanese di nascita, già negli anni novanta Ang Lee aveva tentato una commistione azzardata: in Banchetto di nozze raccontava i divertenti sotterfugi ai quali doveva ricorrere un ragazzo orientale per nascondere la sua relazione con un americano. Poi, zigzagando tra i generi, è passato da
Ragione e sentimento a Hulk incrociando la Tigre e il dragone. E adesso I segreti di Brokeback mountain si candida come il titolo più credibile per la corsa agli Oscar. La strada è ormai lastricata di premi: Leone d’oro alla Mostra di Venezia come miglior film e quattro Golden Globe (miglior film drammatico, regia, sceneggiatura e canzone orginale), oltre a diversi riconoscimenti negli Stati Uniti, dove la critica fa fronte comune per sostenere il film contro l’ostracismo di alcuni gruppi religiosi che stanno tentando di boicottarlo nei cinema.
Del resto non stiamo parlando di pornografia né di violenza, che possono
essere additati con maggiore facilità dalle lobby del Signore. Qui la preoccupazione dei timorati padri di famiglia e quindi la scomunica nasce forse dalla assoluta plausibilità della vicenda. La sceneggiatura del veterano Larry McMurtry (un cavallo di razza e grande amante del western) e della sua fedele collaboratrice Diana Ossana sa essere fedele alle atmosfere ricreate dalla Proulx, evita forzature, vive di sfumature. Soltanto i due protagonisti, giustamente, vengono tratteggiati con più determinazione: tanto Ennis (Heath Ledger) è trattenuto, apparentemente impassibile sotto la corazza del vaccaro dalla vita difficile quanto Jack (Jake Gyllenhall) sa infiammarsi e sognare, azzardare, rilanciare.
Ma il merito del film è anche quello di sapersi insinuare nei meccanismi un poco statici della middle class americana, laddove il matrimonio talvolta diventa una triste scatola vuota, un involucro da esibire. Intanto durante i vent’anni del racconto tutto cambia: i vecchi ranch diventano delle imprese,
il mondo contadino si sta trasformando dimenticando le sue radici, gli Usa
stanno scivolando nei favolosi ottanta con il vergognoso strascico dei poveri
sempre più lontani dai ricchi. Come sarebbe finita se Ennis non avesse avuto la prigione di un lavoro per sopravvivere a tenerlo inchiodato alla sua disperata realtà, fatta di roulotte per case e cene solitarie dentro i fast food? E Jack, ormai benestante, come avrebbe fatto a schiacciare il tarlo dell’"altro" sesso se non si fosse potuto permettere piccoli viaggi in Messico? Non ci sono colpevoli da rintracciare. Alma e Lureen (Michelle Williams e Anne Hathaway) come mogli innamorate reggono il gioco finchè
riescono, anche loro si sentono ingranaggi di un meccanismo ormai avviato e difficile da bloccare. Per questo le immagini più belle restano quelle dei paesaggi di montagna, splendidamente fotografate da Rodrigo Prieto, dove è nato "a love that will never grow old" (della canzone originale), un amore che non invecchierà mai. Un consiglio agli uomini che andranno a vedere il film: a fine proiezione, durante i titoli di coda, c’è tutto il tempo per ricomporsi e passare il fazzoletto alle signore."
GF6
Posted January 25, 2006
on:Thelmo & Louisa
Posted January 25, 2006
on:Desperate Housewives
Posted January 25, 2006
on:Sogni
Posted January 24, 2006
on:NEWS
Posted January 24, 2006
on:The O.C.
Posted January 24, 2006
on:RAI 1
Posted January 24, 2006
on:secondo me è inutile sospendere il programma voi cosa dite???
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Brokeback mountain
Posted January 24, 2006
on: